Risultati del test del Falcon 1 di SpaceX

Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA
Il logo di AstronautiNEWS. credit: Riccardo Rossi/ISAA

Sono stati resi pubblici i dati del lancio avvenuto la scorsa settimana.
Questo è un riassunto del comunicato:
"L’analisi a fine missione e la telemetria hanno confermato che le oscillazioni del secondo stadio è l’unica motivazione che non ha permesso il corretto inserimento in orbita della piattaforma per il test che è stata comunque rilasciata confermando il corretto dispiegamento. La velocità finale raggiunta è stata di 5.1Km/s mentre quella necessaria per l’inserzione in orbita era di 7.5 Km/s, l’altezza raggiunta è stata di 289km.
Questo volo conclude la fase di test al vettore Falcon 1 e apre la strada alla fase operativa del lanciatore. Il prossimo lancio sarà dedicato alla messa in orbita del satellite dell’US Navy TacSat 1 con una finestra di lancio che si aprirà a settembre e a seguire il satellite malese Razaksat. In seguito ci saranno altre 9 missioni fra Falcon 1 e 9 con la prima missione del Falcon 9 che dovrà testare la capsula realizzata per la NASA, Dragon.

La telemetria ha dimostrato che lo spegnimento è avvenuto circa un minuto e mezzo prima del previsto a causa delle oscillazioni del vettore che hanno fatto scuotere il carburante che non è più riuscito a raggiungere la pompa per essere quindi immesso in camera di combustione.
I dati raccolti sono circa un Terabyte ed era fisicamente impossibile trasmetterli via satellite al centro di controllo dalla piattaforma di lancio per cui stiamo aspettando che rientrino tutti i tecnici e con loro i dati della telemetria per un’analisi più approfondita dell’accaduto.

L’oscillazione sembra, da una prima analisi, dovuta allo scuotimento del serbatoio dell’ossigeno liquido che non è stato contrastato dal vettoramento dell’ugello e che ha procurato una progressiva amplificazione delle oscillazioni.

L’impatto del primo stadio con l’ugello del secondo è avvenuto per una eccessiva rotazione, non prevista del primo stadio (2.5 gradi/s invece di 0.5 gradi/s). Non ci sono stati comunque danni apparenti all’ugello che è realizzato proprio in niobio per evitare questi problemi.

Pensiamo comunque che il problema delle oscillazioni del secondo stadio possa essere facilmente evitato aggiungendo delle pinne stabilizzatrici e aggiustando la logica di controllo.

Sembra poi che ci sia molta confusione fra i media sul cosa costituisce un successo in una missione test. Il motivo è che una missione sperimentale ha diversi gradi e sfumature di successo mentre una missione operativa no. Abbiamo fatto di tutto per evidenziare questa differenza, anche chiamando la missione DemoFlight 2 ed esplicitando che non stavamo trasportando un satellite. Molte persone però continuano a ragionare come se questa fosse una missione operativa.
Questo non è però ragionevole, lo scopo di queste missioni è la raccolta di più dati possibili prima di un lancio di un satellite, e il successo dipende dal numero di dati raccolti. Il problema che avevamo avuto con il primo lancio non ci aveva permesso di recuperare abbastanza dati del secondo stadio, per questo abbiamo realizzato questa missione. Il primo lancio era stato comunque un successo parziale per quello che abbiamo imparato mentre il secondo volo è stato un successo quasi completo permettendo di passare alla fase operativa del progetto."

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Alberto Zampieron

Appassionato di spazio da sempre e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, è stato socio fondatore di ISAA. Collabora con Astronautinews sin dalla fondazione e attualmente coordina le attività fra gli articolisti.