Aggiornamenti dal sistema solare: febbraio 2018

Credit: NASA

Mese piuttosto denso di notizie per gli emissari robotici su Marte. La sonda europea Trace Gas Orbiter completa la lunga fase di avvicinamento al pianeta rosso e ormai manca poco all’inizio delle osservazioni scientifiche. Qualche problemino invece per le sonde veterane ed in particolare per Mars Reconnaissance Orbiter, anche se i tecnici della NASA hanno risolto prontamente. Sulla superficie si festeggiano le 5000 albe marziane per Opportunity, mentre Curiosity si prepara nuovamente ad utilizzare la trivella dopo oltre un anno.

La notizia principale del mese è stata, comunque, l’esordio con successo del Falcon Heavy di SpaceX. Tecnicamente il payload del lancio, una Tesla Roadster guidata da un prototipo di tuta spaziale, dovrebbe figurare nell’elenco delle missioni qui sotto, essendo stata immessa in una ampia orbita eliocentrica, con afelio ben oltre l’orbita di Marte. La “missione” è però ormai già conclusa, in quanto le batterie di bordo sono durate solo per alcune ore.

Brutte notizie, invece, sul fronte del Google Lunar X-Prize. Dopo le incertezze sollevate il mese scorso, pare proprio che il premio non sarà assegnato, in quanto nessuno dei team è in grado di lanciare entro la data stabilita del 31 marzo (che comunque era già stata prorogata più volte). Al momento non è chiaro ne’ se comunque i team continueranno nel loro sforzo, ne’ se la X-Prize Foundation riuscirà a trovare un nuovo sponsor per “resuscitare” la competizione. Vedremo gli sviluppi nei prossimi mesi.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Sarà probabilmente indiana la prima missione di esplorazione del sistema solare del 2018. Si tratta di Chandrayaan 2 e la missione sarà composta da un orbiter, un lander ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare. La missione partirà ad aprile, mentre nei giorni scorsi sono stati consegnati alcuni dei principali strumenti scientifici.

Si avvicina anche l’apertura la finestra di lancio biennale per le missioni su Marte. L’unica sonda ai blocchi di partenza sarà Insight, della NASA, che partirà a maggio 2018 dopo aver mancato la finestra di lancio del 2016 per un problema ad uno strumento.

Parker Solar Probe, anch’essa di NASA, partirà in estate per diventare la sonda ad avvicinarsi maggiormente al sole. PSS sta completando i test pre-lancio presso il Goddard Space Centre. In particolare la sonda è entrata a metà gennaio nella grande camera a vuoto per passarci ben sette settimane.

La prossima missione lunare cinese partirà alla fine del 2018: Chang’e 4 atterrerà sul lato nascosto della luna e porterà con sé anche un rover in una configurazione del tutto simile a quella di Chang’e 3/Yutu. Un atterraggio sul lato nascosto della Luna non è mai stato tentato e la missione avrà bisogno di trasmettere attraverso un orbiter che funzionerà da satellite ripetitore. Quest’ultimo sarà lanciato probabilmente a giugno per poi raggiungere il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.

A ottobre 2018 sarà la volta della prossima missione interplanetaria europea, in collaborazione con i giapponesi. BepiColombo partirà con un Ariane 5 diretto verso Mercurio, che riuscirà ad orbitare solo alla fine del 2025 dopo un flyby della Terra (2020), due di Venere (2020, 2021) e ben sei dello stesso Mercurio (2021, 2022, 2023, 2024, 2024, 2025). La missione scientifica si compone di due elementi principali: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA.

Nel sistema solare interno

Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) continua la sua missione quasi decennale intorno alla Luna. Uno studio pubblicato di recente ha analizzato i dati provenienti da LRO e dalla sonda indiana Chandrayaan-1 ed ha concluso che l’acqua sulla Luna potrebbe essere molto più diffusa di quanto si pensasse in precedenza, e soprattutto non localizzata in punti particolari del satellite.

Vista obliqua del cratere Pierazzo, ripreso alla fine del 2017 da LRO. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University

In orbita intorno alla Luna ci sono anche le due sonde americane della missione ARTEMIS e dovrebbero essere ancora attive, anche se non ci sono notizie ufficiali, le cinesi Chang’e 5-T1, in orbita, e Chang’e 3, sulla superficie.

A condividere l’orbita della Terra, anche se ad una certa distanza dal nostro pianeta, ci sono quattro sonde della NASA appartenenti a tre missioni: Kepler, telescopio spaziale dedicato alla scoperta degli esopianeti, STEREO, missione dedicata all’osservazione solare da due sonde poste a enorme distanza, e il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer.

Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA).

Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe. La seconda versione di questa mappa cosmica sarà rilasciata il 25 aprile.

A giugno dovrebbe arrivare sull’asteroide Ryugu la sonda giapponese Hayabusa 2, al momento a circa 1,3 milioni  di km dall’obiettivo. La missione prevede di riportare a Terra un campione roccioso, oltre a rilasciare un paio di piccoli lander.

La sonda della NASA OSIRIS-REx è in viaggio verso l’asteroide Bennu che raggiungerà tra 169 giorni, ad agosto. In queste settimane la sonda sta continuando a testare i vari strumenti in preparazione alla missione scientifica.

Terra e Luna riprese da OSIRIS-REx il 17 gennaio scorso durante uno dei tanti test in vista dell’arrivo su Bennu.Credit: NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere.

Esplorando Marte

Trace Gas Orbiter (TGO), della missione ESA/Roscosmos Exomars 2016, dopo oltre 1 anno e più di 950 orbite marziane ha finalmente completato la lunga campagna di aerobraking per ridurre la quota della propria orbita sfruttando l’attrito dell’atmosfera di Marte. Nelle prossime settimane la sonda comincerà a testare e calibrare gli strumenti scientifici oltre a compiere alcune piccole manovre che la porteranno nell’orbita prevista a 400 km di quota. La missione scientifica comincerà ad aprile.

Sempre in orbita marziana, piccoli problemi per Mars Reconnaissance Orbiter (NASA). La sonda è infatti entrata in safe mode il 15 febbraio a causa di una lettura anomala dalle batterie di bordo. L’evento è accaduto poco dopo un corposo aggiornamento del software di bordo che permetterà alla sonda, in orbita da oltre 11 anni, di preservare le batterie. Pochi giorni dopo MRO è stata riportata in modalità normale e si sta attualmente procedendo al graduale ripristino di tutte le funzionalità.

A far compagnia a TGO e MRO in orbita intorno a Marte ci sono altre 4 sonde: Mars Odyssey (NASA), Mars Express (ESA), MAVEN (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO).

Sulla superficie di Marte siamo arrivati al sol 1947 per Curiosity/Mars Science Laboratory (MSL). Il rover sta continuando il suo lungo cammino verso il Monte Sharp. Nei giorni scorsi ha completato l’esplorazione della regione denominata Ogunquit Beach, e adesso si trova presso la zona di Lake Orcadie. Il piano prevedeva finalmente l’utilizzo della piccola trivella per analizzare dei campioni rocciosi dopo più di un anno in cui non era stata utilizzata a causa di alcuni problemi elettrici. Purtroppo, il downlink da Mars Odyssey non era abbastanza potente per inviare le immagini necessarie all’impiego in sicurezza dello strumento. Le attività riprenderanno appena sarà possibile ristabilire un contatto più stabile.

È invece il sol numero 5011 per l’altro rover marziano della NASA, Opportunity. Il Mars Exploration Rover (MER) superstite ha felicemente festeggiato il magnifico traguardo dei 5000 sol sul pianeta rosso,  mentre continua l’esplorazione della Perseverance Valley.

Nel sistema solare esterno

La sonda americana Dawn è sempre in orbita intorno al pianeta nano Cerere, mentre sta completando la sua seconda estensione di missione.

Juno, sempre di NASA, è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. Lo scorso 7 febbraio la sonda ha compiuto il suo undicesimo flyby ravvicinato (PJ11) del gigante gassoso. La sonda sta raggiungendo la fine della sua missione “improvvisata”. Un problema ai motori di manovra aveva infatti bloccato la sonda su questa lunga orbita ellittica con un periodo di circa 53 giorni, invece della prevista orbita di 14 giorni. La decisione fu presa perché sarebbe stato possibile raggiungere gli stessi obiettivi previsti dall’orbita attuale semplicemente allungando la missione, grazie anche alla dose minore di radiazioni a cui Juno risulta esposta nell’orbita attuale. Attualmente l’ultimo flyby pianificato è il PJ14 (16 luglio 2018), mentre il prossimo flyby (PJ12) avverrà il 1 aprile. Nei prossimi mesi NASA dovrà decidere se estendere la missione o concluderla come previsto.

Nubi vorticose riprese dalla sonda Juno nell’emisfero nord di Giove. Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill

La sonda americana New Horizons è in viaggio verso l’oggetto della fascia di Kuiper 2014 MU69, che raggiungerà tra 306 giorni e da cui dista circa 383 milioni di km. New Horizons è attualmente in ibernazione prima del flyby. Verrà risvegliata il prossimo il 4 giugno, in vista dell’incontro che avverrà a capodanno del 2019.

Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Voyager 1 ha recentemente acceso con pieno successo per un test i motori di manovra che erano spenti da 37 anni. Voyager 1 si trova attualmente a circa 141 UA dalla Terra (19 ore e 37 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 117 UA dalla Terra (16 ore e 16 minuti-luce).

Sommario missioni

Missioni in fase di preparazione per il lancio: 7

Missioni operative nella fase principale o estesa: 26

Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 3

  Questo articolo è © 2006-2024 dell'Associazione ISAA, ove non diversamente indicato. Vedi le condizioni di licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it

Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.