A Spinoff a Day – Dalle fotocamere di Curiosity al monitoraggio dei veicoli spaziali

C’è mai stata vita su Marte? Per trovare indizi su questa questione nell’Agosto del 2012 NASA ha inviato Curiosity sul pianeta rosso dotandolo di tecnologia allo stato dell’arte, tra cui fotocamere resistenti alle radiazioni e in grado di catturare immagini più nitide possibile del terreno marziano. Gli scienziati al Mars Science Laboratory stanno utilizzando queste fotocamere per guidare i movimenti del rover e selezionare i campioni di roccia e suolo più adatti da analizzare.

Per sviluppare questi componenti, il JPL scelse come partner una piccola azienda californiana con grande esperienza nella produzione di dispositivi ottici per le missioni spaziali, la Malin Space Science Systems Inc. La MSSS collabora da tempo con NASA, la sua prima commissione fu lo sviluppo di un sistema di gestione di dati a terra della Mars Observer Camera lanciata nel 1992, successivamente rivisitato per il Mars Global Surveyor nel 1996. La stessa azienda ha anche sviluppato sistemi ottici modulari per il Mars Climate Orbiter ed il Mars Polar Lander. Quando NASA lanciò l’appalto per sviluppare le fotocamere di Curiosity nel 2004, l’azienda si propose ancora una volta con tecnologie all’avanguardia e compatte, perché ormai ben conosceva gli standard dell’Agenzia. Grazie alle lenti focalizzabili e ai nuovi filtri per i colori che utilizzano un volume di dati inferiore al solito per la trasmissione a terra, abbiamo ricevuto immagini da Marte che ora sono patrimonio dell’umanità, compreso il video del touchdown di Curiosity.

Grazie dunque all’esperienza raggiunta in collaborazione con NASA, l’azienda ha potuto mettere sul mercato un sistema di imaging chiamato ECAM che monitora la funzionalità dei mezzi spaziali. Comprensivo di quattro fotocamere e di un Digital Video Recorder, è progettato per essere installato sui satelliti in modo da trovare e risolvere qualsiasi eventuale problema che può avvenire in orbita. Secondo Michael Ravine, il project manager di MSSS, questo sistema porta con sé potenziali benefici: ci sono state missioni in cui, durante un malfunzionamento, se gli ingegneri a terra avessero potuto vedere le immagini del veicolo spaziale, sarebbero stati in grado di diagnosticare e risolvere il problema molto prima, o per lo meno avrebbero capito meglio che cos’è andao storto. “Quando progetti una navetta che va nello spazio vuoi vedere cosa succedendo, che cosa sta facendo, vuoi monitorare il dispiegamento delle tue antenne e dei pannelli solari e vuoi capire cosa sta succedendo attorno al tuo mezzo per poter prevenire potenziali disastri”.

La leggerezza di ECAM e il poco ingombro sono adatti, inoltre, ad affrontare i rischi associati con il lancio e i lunghi periodi in orbita. I componenti dell’ECAM tollerano bene le radiazioni e sono progettati in modo da essere performanti se sottoposti ad un ampio range di temperature. ECAM è venduto sia ad aziende pubbliche che private.

ECAM, il sistema di imaging che permette di monitorare l'attività dei satelliti in orbita © NASA / Veronica Remondini

ECAM, il sistema di imaging che permette di monitorare l’attività dei satelliti in orbita © NASA / Veronica Remondini

Per approfondire:

Spinoff nel dettaglio [ENG]

Il video del touchdown di Curiosity

Sito di Malin Space Science Systems [ENG]

Funzionamento di ECAM [ENG + video]

Curiosity: immagini ad alta risoluzione [ITA]

 

Presentazione completa in pdf originale in inglese, traduzione italiana a cura di Veronica Remondini.

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Veronica Remondini

Appassionata di scienza, è intimamente meravigliata di quanto la razza umana sia in grado di creare, e negare tale abilità allo stesso tempo. Stoica esploratrice di internet, ha una sua condanna: le paroline blu che rimandano ad altre pagine. Collaudatrice dell'abbigliamento da moto Stark Ind., nel tempo libero cerca invano di portare il verbo tesliano nel mondo.