Un nuovo obiettivo per New Horizons

Impressione artistica di NH mentre sorvola un KBO (Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute/Steve Gribben)

La NASA ha selezionato la prossima possibile destinazione per la missione New Horizons, dopo lo storico sorvolo del sistema di Plutone lo scorso 14 luglio. L’obiettivo scelto è un piccolo oggetto della fascia di Kuiper (KBO) conosciuto con il codice 2014 MU69 che orbita ad una distanza di più di un miliardo e mezzo di chilometri oltre Plutone.

Questo distante KBO è quello raccomandato da NASA e dal team di New Horizons tra i due identificati come potenziali destinazioni. Sebbene NASA abbia selezionato 2014 MU69 come obiettivo, l’agenzia dovrà condurre una valutazione dettagliata prima di approvare ufficialmente l’estensione della missione per condurre nuovi studi scientifici, come da normale procedura.

“Mentre New Horizons sfreccia via da Plutone verso la fascia di Kuiper e i dati dello storico sorvolo di questo nuovo mondo vengono trasmessi a Terra, stiamo cercando la prossima destinazione per questo esploratore intrepido”, ha dichiarato John Grunsfeld, astronauta e cape del NASA Science Mission Directorate presso il quartier generale dell’agenzia a Washington. “Le discussioni sull’approvazione di questa missione estesa avverranno nel contesto più ampio delle altre missioni di scienze planetarie, ma ci aspettiamo che questa sia molto meno costosa della missione primaria pur fornendo dati scientifici nuovi ed emozionanti”.

Come tutte le missioni NASA che hanno raggiunto il proprio obiettivo primario ma hanno la possibilità di effettuare nuove esplorazioni, il team di New Horizons dovrà scrivere una proposta all’agenzia per finanziare la missione verso il KBO. La proposta, da inviare nel 2016, sarà valutata da un team indipendente di esperti prima che la NASA decida il proseguimento o meno della missione.

Una selezione precoce dell’obiettivo è importante; il team deve poter direzionare New Horizons verso l’oggetto selezionato quest’anno per poter eseguire la propria missione estesa con una buona quantità di propellente a disposizione. New Horizons eseguirà una serie di quattro manovre tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre per mettersi in traiettoria verso 2014 MU69, soprannominato “PT1” (per “Potential Target 1”), che dovrebbe raggiungere il 1 gennaio del 2019. Ogni piccolo ritardo rispetto alle date elencate costerebbe propellente addizionale e aumenterebbe il rischio della missione.

“2014 MU69 è un’ottima scelta perché è proprio il tipo di KBO primordiale, formato nell’orbita in cui si trova attualmente, che il Decadal Survey raccomandava di sorvolare”, ha dichiarato Alan Stern, Principal Investigator di New Horizons. “Inoltre, questo KBO costerà meno propellente, lasciandone di più a disposizione per il sorvolo, per le misure scientifiche e come protezione contro gli imprevisti”.

New Horizons è stata progettata fin dall’inizio per sorvolare il sistema di Plutone ed esplorare altri oggetti della fascia di Kuiper. La sonda ha a bordo una quantità extra di idrazina per il flyby del KBO, il sistema di telecomunicazione è progettato per funzionare da distanze oltre Plutone, il sistema di alimentazione è progettato per durare molti anni ancora e i suoi strumenti scientifici per funzionare con livelli di luminosità molto inferiori a quelli che sperimenteranno durante il sorvolo di 2014 MU69.

Il Decadal Survey del 2003 della National Academy of Sciences (intitolato “Nuove frontiere nel sistema solare”) ha raccomandato fortemente che la prima missione nella fascia di Kuiper debba includere sia flyby di Plutone che di piccoli KBO per sondare la diversità degli oggetti di questa regione fino ad ora inesplorata del sistema solare. La scelta di PT1, che appartiene ad una classe di KBO completamente diversa da Plutone, potrebbe soddisfare i requisiti.

Trovare un KBO appropriato come obiettivo per la missione non è stato però facile. La ricerca del team di New Horizons è cominciata nel 2011 utilizzando alcuni tra i maggiori telescopi terrestri, trovando diverse decine di KBO ma nessuno raggiungibile con la quantità di propellente a disposizione della sonda.

Nell’estate del 2014 è stato quindi utilizzato il telescopio spaziale Hubble, che ha permesso di scoprire cinque oggetti, poi ridotti a due, raggiungibili da parte di New Horizons. Gli scienziati stimano che PT1 sia grande circa 45 km, più di 10 volte le dimensioni e 1000 volte la massa tipiche delle comete, come ad esempio quella intorno a cui sta orbitando la missione europea Rosetta, ma soltanto circa 0.5-1% le dimensioni (e 1 decimillesimo della massa) di Plutone. Per questo PT1 è considerato simile agli oggetti che hanno generato altri pianeti minori della fascia di Kuiper come Plutone.

Diversamente dagli asteroidi, i KBO sono stati riscaldati molto meno dal Sole e quindi si pensa si siano preservati molto meglio come campione “congelato” di quello che poteva essere il sistema solare esterno al momento della sua formazione, 4,6 miliardi di anni fa.

“Quello che possiamo imparare dalle osservazioni ravvicinate della sonda non potremmo mai impararlo dalle osservazioni da terra, come ha dimostrato in maniera spettacolare il flyby di Plutone”, ha dichiarato lo scienziato del team di New Horizons, John Spencer. “Le immagini dettagliate e gli altri dati che New Horizons potrà ottenere dal KBO rivoluzioneranno le nostre conoscienze della fascia di Kuiper e dei KBO”. New Horizons, attualmente a 4,9 miliardi di km dalla Terra, sta al momento trasmettendo il grosso delle immagini e degli altri dati conservati nelle sue memorie digitali dallo storico incontro di luglio con il sistema di Plutone. La sonda è in salute e funziona normalmente.

Fonte: Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (JHUAPL)

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.