Entro l’anno i prossimi test per la capsula New Shepard

La capsula di Blue Origin in decollo spinta dal sistema di fuga

I test di volo della capsula suborbitale riutilizzabile New Shepard di Blue Origin sono previsti entro l’anno. La compagnia ha anche annunciato di aver completato i test di accettazione del motore ad idrogeno BE-3 che verrà impiegato per spingere la capsula: sono state effettuate in tutto 450 prove di accensione per un totale di 30mila secondi. Il BE-3 è il primo motore ad idrogeno per razzi ad essere sviluppato in USA negli ultimi dieci anni; si tratta di un motore riutilizzabile con potenza variabile per atterraggi  in verticale, in modo da facilitare il riutilizzo. Per la capsula New Shepard, invece, si è optato per un più convenzionale rientro con paracadute.
New Shepard ha spazio per 3 astronauti o più, nonchè per un cospicuo carico scientifico. Può anche funzionare in modo completamente autonomo, e sono previste dozzine di voli di prova prima di consentirne l’uso ad esseri umani.
La speranza di Blue Origin è di riutilizzare la capsula centinaia di volte, iniziando con un approccio suborbitale per poi sviluppare un sistema orbitale con equipaggio.
Per ora, gli astronauti/turisti dovranno accontantarsi di un volo di meno di 15 minuti ad una altitudine appena sopra la fatidica quota dei 100 chilometri, che determina, convenzionalmente, il limite dello spazio.
La New Shepard è anche coinvolta nel “commercial crew agreement” di NASA, anche se senza finanziamenti: al momento rimangono 3 tappe di sviluppo da completare.
Bob Meyerson, presidente di Blue Origin, ha anche annunciato che i testi sul motore BE-4, più potente, inizieranno l’anno prossimo. Questo motore è oggetto dell’interesse di ULA, che, per ordine del Congresso, dovrà cessare l’impiego degli RD-180 di fabbricazione russa entro il 2019. Il BE-4 potrebbe essere disponibile per l’Atlas V almeno due anni prima di qualsiasi concorrente.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017