Completata con successo la terza EVA per Expedition 42

Gli astronauti americani Terry Virts e Barry Wilmore, rispettivamente ingegnere di missione e comandante di Expedition 42, hanno concluso con pieno successo la terza attività extraveicolare in otto giorni, raggiungendo tutti gli obiettivi previsti e riuscendo anche a svolgere alcune attività programmate per future EVA.  Per Virts si trattava della terza passeggiata spaziale, mentre per il collega Wilmore si tratta della quarta.

I loro compiti prevedevano l’installazione di una serie di antenne e del relativo cablaggio, che consentiranno agli equipaggi che saranno lanciati in futuro a bordo delle navicelle private di Boeing (CST-100) o SpaceX (Dragon V2) di effettuare rendezvous con la Stazione Spaziale Internazionale. Il lavoro fa parte della riconfigurazione della ISS necessario proprio per consentire la partenza di queste missioni.

I dettagli di US EVA-31

La passeggiata di Virts e Wilmore è durata 5 ore e 38 minuti, quasi un’ora in meno di quanto previsto, ha avuto inizio alle 12:52 CET e si è conclusa alle 18.27 CET. Le complesse operazioni di vestizione e svestizione delle tute sono avvenute con l’aiuto e l’assistenza di Samantha Cristoforetti e Anton Shkaplerov.

Terry Virts al lavoro sul cablaggio dell'antenna C2V2 sull'elemento P3 del traliccio della ISS. Credit: NASA TV

Terry Virts al lavoro sul cablaggio dell’antenna C2V2 sull’elemento P3 del traliccio della ISS. Credit: NASA TV

Le attività svolte, nel dettaglio, sono state:

  • Installazione dell’antenna C2V2 e del riflettore sul segmento P3
  • Installazione dell’antenna C2V2 e del riflettore sul segmento S4
  • Apertura della protezione anti micrometeoriti del Nodo 2, seguita dall’installazione e connessione dei cavi per l’antenna C2V2.
  • Stesura e connessione dei cavi C e D per l’antenna C2V2 del segmento P3
  • Stesura e connessione dei cavi A e B per l’antenna C2V2 del segmento S3
  • Recupero della borsa GTEC (attività programmata per future EVA)

Districarsi in questa foresta di acronimi non è semplice, nemmeno per gli addetti ai lavori. Per questo la NASA convoca una conferenza stampa ricca di dettagli prima di ogni EVA, durante la quale viene mostrato un video in computergrafica di tutti i passaggi. Ecco quello di EVA-31.

Virts indossava la tuta spaziale con strisce rosse ed aveva callsign EV1; la telecamera montata sul suo elmetto aveva numero di riconoscimento 20. Wilmore indossava invece la tuta senza alcuna demarcazione e aveva callsign EV2, mentre le sue immagini in soggettiva erano marcate con il numero 18.

Nella prima parte dell’EVA gli astronauti hanno  installato le due antenne del sistema Common Communications for Visiting Vehicles (C2V2). Virts lavorava all’antenna di  babordo (sinistra) mentre Wilmore si occupava di quella a dritta (destra), e grazie alla loro abilità nel montaggio hanno iniziato già in questa fase a guadagnare tempo sulla tabella di marcia. Una volta posizionate le antenne gli astronauti si sono riavvicinati ed hanno proceduto a collegarle al sistema GPS ed al sistema di telecomunicazioni della ISS.

La parte finale della passeggiata spaziale invece è stata dedicata alla stesura di circa 120 metri di cavi lungo il traliccio della ISS. L’apertura dello scudo antimeteoriti del Nodo 2, necessaria per per svolgere lavori di cablaggio è una prima assoluta nel programma ISS.

Acqua nel casco di Terry Virts

Al termine di EVA-30 lo scorso mercoledì 25 febbraio, durante la ripressurizzazione del modulo Quest, Terry Virts ha segnalato al controllo missione la presenza di acqua nel suo casco. Samantha Cristoforetti, che stava coordinando le operazioni di rientro dei due colleghi all’interno della Stazione, si è accertata immediatamente delle condizioni di Virts ed ha subito chiarito a Houston come la quantità di liquido fosse minima, nemmeno paragonabile a quanto sperimentato dall’astronauta Luca Parmitano nel luglio 2013.

Virts ha infatti ha raccolto l’acqua presente nel casco con una siringa, consentendo di stabilire approssimativamente la quantità in 15 millilitri (10 volte meno di quella presente nel casco di Luca Parmitano). Con ogni probabilità l’acqua è stata spinta nell’elmetto nel momento in cui l’astronauta ha collegato la tuta ai sistemi di ventilazione di Quest. La presenza di acqua nella tuta, ancorché indesiderabile, in questa piccola quantità è tollerata e prevista dagli standard operativi, che hanno un limite fissato a 57 ml. La tuta indossata da Virts, matricola 3005, è nota per questa”caratteristica” del suo sistema di sublimazione, che al momento della ripressurizzazione della camera di equilibrio produce una piccola quantità d’acqua di condensa (sono sette, per l’esattezza, le occorrenze di questo comportamento nella tuta #3005) la quale poi, a causa della ventilazione forzata, raggiunge lentamente il casco dell’astronauta.

Per questi motivi, avendo ben compreso origine e natura del fenomeno, il team investigativo della NASA che si era immediatamente fatto carico della questione ha deciso di dare luce verde per la successiva passeggiata spaziale, quella appunto svoltasi il 1 marzo. Per la cronaca, anche al termine di EVA-31 Terry Virts ha segnalato la presenza di acqua nel casco, in quantità e modalità analoghe a quelle post EVA-30.

In questo breve video il fenomeno è stato spiegato molto efficacemente da uno dei tecnici del controllo missione a Houston.

Il bilancio delle EVA 29, 30 e 31

Le tre EVA che hanno visto protagonisti Virts e Wilmore, durate un totale di 19 ore e 2 minuti, fanno parte di una importante campagna di riconfigurazione della Stazione Spaziale Internazionale che prevede un crescente coinvolgimento dei soggetti privati nel programma.

Gli obiettivi erano così stati suddivisi:

  • EVA 29 (22 febbraio): predisposizione del cablaggio per i due IDA (International Docking Adapters)
  • EVA 30 (25 febbraio): predisposizione del cablaggio per i due IDA (International Docking Adapters) e lubrificazione del sottosistema LEE del braccio robotico Canadarm 2.
  • EVA 31 (1 marzo): predisposizione del cablaggio per il sistema Common Communications for Visiting Vehicles (C2V2).

La Stazione sarà preparata sia ad accogliere le nuove capsule con equipaggio di SpaceX, con la Dragon V2, e di Boeing, con la CST-100, sia per l’ancoraggio di un modulo abitativo gonfiabile della statunitense Bigelow Aerospace. Questi sono gli spostamenti per vari elementi della ISS:

  • la traslazione del modulo PMM dalla sua attuale posizione presso il boccaporto di Nadir (quello rivolto verso la Terra) del Nodo 1 al boccaporto Forward (quello rivolto verso l’ipotetico “muso” della ISS) del Nodo 3.
  • la traslazione del cono di attracco PMA-3 dal boccaporto di dritta del Nodo 3 a quello di Zenith (rivolto in direzione opposta alla Terra) del Nodo 2.
  • il posizionamento di due IDA (International Docking Adapters) sui due PMA, per consentire un contatto più dolce tra i futuri veicoli e la Stazione al momento dell’attracco.

La riconfigurazione si concluderà nella parte finale del 2015.

La rilocazione del Modulo Tranquillity dal Nodo 1 al Nodo 3. Creditsç NASA Tv

La rilocazione del Modulo PMM  dal Nodo 1 al Nodo 3. Credits: NASA Tv

La rilocazione del PMA-3 dal Nodo 3 al Nodo 2. Credits: NASA Tv

La rilocazione del PMA-3 dal Nodo 3 al Nodo 2. Credits: NASA Tv

La posizione degli IDA (International Docking Adapters) sui due PMA. Credists: NASA Tv

La posizione degli IDA (International Docking Adapters) sui due PMA. Credists: NASA Tv

In questo video di NASA è possibile apprezzare un’approfondita analisi del processo di riconfigurazione.

L’angolo della statistica

Con EVA-31 si è conclusa la 187-esima attività extraveicolare a supporto dell’assemblaggio e alla manutenzione della Stazione Spaziale Internazionale. Il tempo totale accumulato dai vari equipaggi per tutte le EVA svolte dall’inizio del programma ISS nel 1998 ha raggiunto l’incredibile cifra di 1.171 ore e 29 minuti.

Terry Virts ha ora un record personale in EVA di 19 ore e 2 minuti, memtre Barry “Butch” Wilmore ha raggiunto 25 ore e 36 minuti.

Per ultriori approfondimenti è consigliata la lettura del blog NASA dedicato alle operazioni della ISS.

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.