L+66, L+67: Cargo in partenza e arrivo allo spazioporto ISS

ATV-5 e un cargo Progress nella notte orbitale fotografati da Samantha Cristoforetti. Credit: ESA/NASA
ATV-5 e un cargo Progress nella notte orbitale fotografati da Samantha Cristoforetti. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 31/01/2015):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorni di missione 66 e 67 (28–29 gennaio 2015)—Nell’ultima nota del diario ho detto che in questi giorni la ISS è un laboratorio in piena attività, con molti esperimenti in corso contemporaneamente in diverse discipline. Allo stesso tempo, è anche uno spazioporto dove astronavi piene di scorte vanno e vengono. E in questo momento abbiamo due veicoli, Dragon e ATV, in partenza nel prossimo paio di settimane che devono essere preparati per la partenza e il rientro. Così, per un paio di giorni ho (per lo più) tolto il mio camice da laboratorio virtuale, mi sono rimboccata le maniche e messa in modalità imballaggio-e-caricamento-cargo.

Caricare un veicolo per il rientro nell’atmosfera è un processo delicato: la massa complessiva e come questa massa sia distribuita (e quindi il centro di massa) devono essere noti con grande precisione in modo da calcolare correttamente le accensioni di rientro per la traiettoria di rientro desiderata. Questo è vero in particolare per un veicolo che viene recuperato sulla Terra, come Dragon, ma è estremamente importante anche per ATV-5, perché il veicolo eseguirà uno speciale rientro controllato nelle fasi iniziali per raccogliere dati che aiuteranno a prepararsi alla deorbitazione della Stazione Spaziale (quando arriverà il momento, che non è previsto in tempi brevi). Sono sicura che riuscirete a leggere tutto sul cosiddetto “rientro meno ripido” di ATV-5 sul blog di ATV!

Come probabilmente sapete, ATV si distrugge nell’atmosfera, quindi lo riempiamo di spazzatura: rifiuti, materiali da imballaggio, vecchi vestiti e oggetti scartati. E ci stiamo assicurando di riempirlo al massimo perché, dopo la perdita della missione Orbital-3 al lancio lo scorso ottobre, la logistica a bordo è diventata difficile: abbiamo molta “roba” (un termine spaziale molto tecnico), che ormai non avrebbe dovuto esserci da tempo! Anche per questa ragione, stiamo inoltre mettendo una quantità limitata di rifiuti in Dragon, sebbene questo veicolo venga recuperato intatto a terra (o più specificamente nell’oceano) e quindi il suo lavoro principale sia riportare a casa il cargo di ritorno.

Ma come funziona tutto questo, se la distribuzione di massa deve essere così precisa? Beh, in realtà non lo so bene. C’è qualche miracolo di pianificazione e coordinamento che avviene a terra, e a bordo riceviamo due prodotti: una lista del cargo, che elenca tutte le borse, i loro contenuti, dove prenderle, dove metterle, e istruzioni speciali di imballaggio; e un messaggio di coreografia, che dice in quale ordine eseguire l’imballaggio e, ancora, eventuali istruzioni speciali (per esempio scattare fotografie, riferire un numero di serie, imballare un oggetto in una direzione particolare). Se c’è dello spazio libero nelle borse, lo riempiamo con la gommapiuma di imbottitura con cui le scorte del cargo sono state lanciate e con le cerniere lampo dei vecchi abiti. E poi le borse si adatteranno sperabilmente alle loro aree di stivaggio assegnate—che hanno naturalmente dei codici di posizione, così sappiamo sempre esattamente dove ogni borsa si suppone che vada.

[nel video alcuni momenti della manovra di rotazione della ISS di mercoledì, prima del deboost—N.d.T.]

Mercoledì, mentre eravamo impegnati a pianificare, i controllori di volo hanno ruotato la Stazione di 180°—invece di volare con il Nodo 2 in avanti, ci siamo trovati a volare con il Modulo di Servizio russo ad aprire la strada. È stato assolutamente impercettibile per me—in realtà, me ne ero dimenticata. L’avrei notato immediatamente se avessi guardato fuori dalla Cupola, naturalmente, ma non è stato possibile, perché le imposte dovevano rimanere chiuse per tutto il giorno a causa della serie di manovre. Eccovi un nuovo disturbo psicologico: la Sindrome da Astinenza da Cupola!

Quindi, perché abbiamo volato “all’indietro” mercoledì? Beh, dovevamo dirigere i thruster [motori di manovra—N.d.T.] di ATV in avanti, in modo che potessero essere accesi per frenare la Stazione giusto un po’, abbastanza per abbassare l’apogeo (la parte più alta dell’orbita) di un paio di km. Generalmente usiamo ATV per fare il contrario—alzare periodicamente l’orbita, con un cosiddetto reboost—ma questa volta si è reso necessario un “deboost” per aggiustare opportunamente la nostra orbita per il prossimo veicolo Progress in arrivo.

Il deboost è durato circa 4 minuti: ho galleggiato immobile nel Laboratorio americano e mi sono lasciata portare verso l’altro lato del modulo mentre ATV spingeva la Stazione attorno a me. È stato divertante!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.