New Horizons inizia la prima fase di avvicinamento a Plutone

Rappresentazione artistica dell'arrivo di New Horizons su Plutone. Credit: Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute (JHUAPL/SwRI)

Dopo essersi svegliata dall’ibernazione il mese scorso, la sonda New Horizons prosegue il suo viaggio ed è sempre più vicina a Plutone, giovedì 15 gennaio è iniziata ufficialmente la prima fase di avvicinamento in senso stretto chiamata anche Approach Phase 1.
Giovedì sono stati attivati gli strumenti per l’analisi delle polveri e del plasma; questi permetteranno di raccogliere dati importanti per lo studio di queste remote regioni del Sistema Solare. Da ora in avanti la missione entrerà nel vivo, verranno acquisiti sempre più dati scientifici e immagini man mano che si avvicinerà l’appuntamento con il pianeta nano il 14 luglio.

la scaletta temporale delle varie fasi della missione. Image Credit: NASA/JHU APL/SwRI

Le fotografie arriveranno più avanti, la prima campagna di raccolta di immagini di Plutone è programmata per il 25 gennaio. Queste prime fotografie tuttavia non saranno così nitide come quelle dell’Hubble Space Telescope, per quel livello di dettaglio bisognerà attendere almeno fino al prossimo maggio, quando New Horizons inizierà a scattare fotografie di Plutone con una resa senza precedenti. Le migliori immagini naturalmente arriveranno solo in luglio.

La prossima settimana ricorrerà anche il nono anniversario del lancio della missione, avvenuto per l’appunto il 19 gennaio del 2006.
New Horizons si trova ora a più di 215 milioni di chilometri da Plutone, una piccola frazione della distanza che la separa dalla Terra.

Come ha ricordato anche il Principal Investigator della missione, Alan Stern, del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, nonostante la nostra tecnologia e gli strumenti oggi a disposizione, quali l’Hubble Space Telescope e i sofisticati telescopi sulla Terra, la nostra conoscenza di Plutone al momento è veramente esigua, di Plutone si conosce forse ancor meno di quello che si sapeva di Marte ai tempi delle prime missioni verso il pianeta rosso, 50 anni fa.

Il 14 luglio New Horizons passerà a circa 10000 chilometri dalla fredda superficie di Plutone, le telecamere della sonda saranno in grado di rivelare oggetti sulla superficie della dimensione di 70 metri.
Sarà un gran salto di qualità rispetto alle rispettabili immagini di Hubble, grandi però solo una manciata di pixel.
Le immagini che verranno scattate dal 25 gennaio con  l’uso della telecamera telescopica Long-Range Reconnaissance Imager (LORRI) aiuteranno anche il controllo missione a guidare la sonda più precisamente verso il pianeta nano, che all’inizio apparirà ancora come un piccolo puntolino. Durante tutto il viaggio verso Plutone i controllori della missione avevano pianificato svariate opportunità di correzione della traiettoria, la prossima finestra per eseguire manovre correttive di rotta sarà a metà marzo.

Naturalmente come ricordano i membri del team di New Horizons non si tratta di una missione di un giorno, il 14 luglio sarà “il giorno”, ma gli scienziati saranno già affaccendati da tempo nei giorni che precedono e che seguiranno quella data.

L’Approach Phase 1 si concluderà verso metà aprile, i dati ambientali (polveri, gas e particelle) raccolti in questa fase della missione verranno poi confrontati con quelli nelle vicinanze di Plutone.

Da fine Aprile fino a metà giugno ci sarà il grande balzo, quando si otterranno le prime foto dettagliate di Plutone. A quel punto cominceranno anche approfondite ricerche di eventuali altri satelliti (lune) e anelli, osservazioni che non sono mai state condotte prima. Da lì in avanti sarà un miglioramento continuo.

Durante la fase del Closest Approach si scoprirà letteralmente un nuovo modo, la manciata di pixel acquisterà sempre più dettaglio, scopriremo davvero come è fatto Plutone.

Passato il flyby New Horizons continuerà a raccogliere dati sull’ambiente intorno a Plutone almeno fino alla fine dell’anno, dopodiché sarà possibile scegliere per lei un nuovo target nella zona della fascia di Kuiper, anch’essa ricca di oggetti poco studiati.
New Horizons impiegherà più di 16 mesi per inviare a Terra l’enorme quantità di dati raccolti durante il flyby di Plutone.

Alan Stern ha definito la misisone di New Horizons un’avventura epica, un viaggio di miliardi di chilometri nelle zone più remote del nostro Sistema Solare, partendo dalla Terra, passando dai pianeti interni fino a quelli più lontanti, per poi proseguire nella fascia di Kuiper.
Si tratta di una missione unica dai tempi delle Voyager, anche perché per il momento non è previsto nulla di simile per il prossimo futuro.

 

Fonte: NASA, SFN.

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Filippo Magni

Appassionato di spazio, studente di ingegneria aerospaziale presso il Politecnico di Milano. Collabora all'amministrazione del forum come "Operations Officer". Scrive su AstronautiNEWS da maggio 2009.