SpaceX mette le ali al Falcon 9 in vista della missione CRS-5

Il razzo riutilizzabile Falcon 9R, durante un test di decollo e atterraggio verticale. Credit: SpaceX

Si avvicina una data importante per SpaceX, che il 16 dicembre, da Cape Canaveral, tenterà il primo lancio di un razzo Falcon 9 riutilizzabile, in occasione di un volo di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale.

Una delle novità che renderanno possibile l’atterraggio controllato del primo stadio del vettore, dopo il suo ritorno in atmosfera, sono quattro alette aerodinamiche in stile “X-Wing”, come le ha definite lo stesso Elon Musk.

Ecco un’immagine del nuovo Falcon 9R, pubblicata dal CEO e fondatore di SpaceX sulla sua pagina Twitter.

 

Le quattro piccole ali aerodinamiche garantiranno una maggiore stabilità durante la fase di atterraggio del primo stadio del vettore. Credit: Elon Musk (Twitter @elonmusk)

Le quattro piccole ali aerodinamiche garantiranno una maggiore stabilità durante la fase di atterraggio del primo stadio del vettore.
Credit: Elon Musk (Twitter @elonmusk)

Queste alette rimarranno chiuse durante la prima fase del lancio, ma una volta superata l’altitudine di 80 km (50 miglia), dopo la separazione del secondo stadio del vettore, i nove motori del primo stadio si attiveranno per rallentarne il rientro nell’atmosfera e a quel punto si apriranno le alette stabilizzatrici, mentre il motore del secondo stadio si accenderà per trasportare la capsula Dragon in orbita.

Ogni aletta è indipendente dalle altre e controlla i movimenti di rollio, beccheggio e imbardata, garantendo la stabilità necessaria per controllare l’atterraggio del razzo su una piattaforma galleggiante nell’Oceano Atlantico.

Musk ha dato una breve descrizione della chiatta, che misura 90 metri di lunghezza e fino a 50 metri di larghezza, definendola uno “spazioporto drone autonomo”, che si servirà di motori di manovra provenienti da piattaforme petrolifere per mantenere la posizione, con un’oscillazione massima di tre metri, perfino in caso di tempesta.

La nuova piattaforma di atterraggio di SpaceX. Credit: Elon Musk (Twitter @elonmusk)

La nuova piattaforma di atterraggio di SpaceX.
Credit: Elon Musk (Twitter @elonmusk)

Quest’anno SpaceX ha già testato con successo due atterraggi controllati del Falcon 9, facendolo però scendere sull’oceano, senza l’utilizzo di piattaforme. In entrambi i casi, non è stato possibile recuperare il primo stadio intatto dopo l’ammaraggio.
“Dobbiamo riuscire ad atterrare su una piattaforma galleggiante. Sarebbe ancora meglio, riuscire a riportare il razzo sul sito di lancio, ma prima dovremo dimostrare di essere in grado di atterrare con precisione ad ogni tentativo, per evitare che ci siano gravi conseguenze nel caso in cui perdessimo il controllo del razzo durante l’atterraggio”, ha dichiarato Elon Musk al Massachussetts Institute of Technology.

Musk ha poi affermato che le probabilità che il razzo riesca ad atterrare sulla piattaforma al primo tentativo non superano il 50%, ma se fosse possibile recuperare il primo stadio intatto, gli ingegneri di SpaceX sarebbero in grado di riutilizzarlo per i voli successivi.
“Abbiamo in programma almeno una dozzina di lanci nel corso dei prossimi dodici mesi, e ritengo sia piuttosto probabile che durante uno di questi voli, riusciremo a far atterrare il razzo e a riutilizzarlo. Credo che ormai ci siamo quasi.”

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