L+3: Gli scherzi che vi gioca il cervello a zero-g

Samantha Cristoforetti mangia gli sparagi reidratati nel Nodo 1. Credit: ESA/NASA
Samantha Cristoforetti mangia degli asparagi reidratati nel Nodo 1. Credit: ESA/NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti (nota scritta il 27/11/2014):

Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Giorno di missione 3 (26 novembre 2014)—Con un po’ di ritardo, qualche parola sulla mia giornata di ieri nell’avamposto dell’umanità nello spazio!

La maggior parte delle mie attività del giorno sono state dedicate all’esperimento “Blind and Imagined” [a occhi chiusi e immaginato—N.d.T.] dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Confesso, non è l’apparato sperimentale più semplice, specialmente per il visitatore della ISS con il minor tempo nello spazio di sempre (sarei io, almeno per qualche altro giorno—hey, dovete cercare i vostri record dove potete!).

“Blind and Imagined” si svolge nel laboratorio giapponese JEM e richiede di preparare un gruppo di quattro telecamere chiamate Elite, che riprendono uno specifico volume nel modulo. All’interno di quel volume, il soggetto esegue una serie di movimenti e il moto in tre dimensioni viene tracciato con precisione dalle telecamere Elite, grazie a una serie di marcatori riflettenti attaccati al corpo del soggetto: si tratta sostanzialmente di piccole sfere, delle dimensioni di una biglia, con speciali proprietà ottiche. Si fissano su una striscia adesiva e possono quindi essere applicate sulla pelle: ho dovuto metterne un certo numero sulla parte destra del mio corpo, dalla caviglia alla fronte, fra cui diverse sulla mano per la seconda parte del protocollo, in cui dovevo immaginare di lanciare una palla verso un bersaglio con diversi livelli di forza. Nella prima, invece, ho dovuto avvicinarmi per prendere un bersaglio davanti a me, piegandomi all’altezza dei fianchi e delle caviglie, a volte con gli occhi aperti, a volte con gli occhi chiusi.

L’esperimento mira a studiare l’adattamento sensoriale-motorio nello spazio. Come adatta il vostro cervello la sua strategia per controllare il movimento e l’equilibrio in questa condizione molto aliena dell’assenza di peso?

Qualsiasi comprensione otteniamo del funzionamento del cervello potrebbe aiutarci nel tempo a curare persone con disturbi neurologici o lesioni.

Beh, i ricercatori di “Blind and Imagined” trarranno le loro rigorose conclusioni dai dati, ma io mi sono certamente divertita anche solo osservando gli scherzi che mi gioca il cervello. Per esempio, quando mi trovo a muovermi lungo, diciamo, il soffitto, il mio cervello pensa che sia il pavimento, così quando devo girare all’interno di un modulo laterale sono costantemente tentata di fare la svolta sbagliata perché il mio cervello si aspetta che sia dalla parte opposta. O a volte devo fare uno sforzo deliberato per un secondo o due per capire dove sono: è il pavimento, il soffitto, una parete? Sono sicura che diventerà tutto più veloce col tempo, o almeno così dice Butch.

Inoltre, ieri ho mangiato degli ottimi asparagi reidratati, finora la mia verdura reidratata preferita dal Ristorante Self-Service Nodo 1!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Commenti

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.

2 Risposte

  1. Maria Cristina Ciulla ha detto:

    Ciao Samantha, scusa l’ignoranza ma volevo farti una domanda, se non erro tu starai sei mesi nello spazio, pertanto mi chiedevo per te verranno percepiti realmente come sei mesi? Oppure ti sembrerà che sia passato meno tempo? Se si quanto? Grazie e in bocca al lupo per tutto. Ps sei l orgoglio italiano e femminile!

    • signaleleven ha detto:

      Ciao Maria Cristina,

      Samantha non legge queste pagine, normalmente. Come scritto in fondo all’articolo, questa e’ una traduzione della sua nota originale in inglese pubblicata sulla sua pagina Google Plus.
      Posso rispondere io pero’ alla tua domanda.

      Credo che l’origine della tua curiosita’ venga da qualche memoria degli effetti relativistici di dilatazione del tempo. Magari hai visto “Interstellar”, di recente, o hai letto qualcosa riguardo al Paradosso dei Gemelli?

      Ad ogni modo, quel tipo di effetti si osservano in presenza di campi gravitazionali fortissimi o velocita’ dell’ordine di frazioni importanti della velocita’ della luce.
      Samantha e la ISS sono sottoposti al campo gravitazionale terrestre. Lo stesso a cui siamo sottoposti noi, appena appena attenuato da 400 km aggiuntivi di distanza. Davvero nulla.
      La velocita’ necessaria per restare in orbita e’ molto elevata, circa 7 km/s, ma sempre molto molto molto molto (molto!) lontana dalla velocita’ della luce, per poter osservare effetti relativistici a livello macroscopico.

      Un minuto per noi e’ un minuto per Sam. Nessuna differenza sostanziale!

      …che poi questi mesi per lei voleranno, e’ un’altra storia 🙂 Il tempo corre quando ci si diverte.

      Spero di aver risposto alla tua curiosita’!
      Mike