Opportunity e la roccia misteriosa: di che si tratta?

È diventato molto famoso negli ultimi giorni uno scatto del rover della NASA Opportunity raccolto durante il Sol 3540 (8 gennaio 2014): in una zona già fotografata un paio di settimane prima è comparsa “dal nulla” una roccia delle dimensioni di una palla da tennis il cui aspetto è totalmente alieno se comparato con le formazioni geologiche circostanti.

Di forma approssimativamente semisferica, poggia la parte convessa al suolo. Appare molto chiara sui bordi esterni mentre il centro è lievemente depresso e di colore rossastro.

Il “mistero” è davvero affascinante: da dove arriva quella roccia? Perché è di colore tanto diverso dal resto del panorama circostante? Quante probabilità vi sono che un fenomeno così singolare accada accanto ad un rover inviato dalla Terra, unico manufatto umano nel raggio di migliaia di chilometri?

Non è ancora stata data una risposta certa, tuttavia senza lasciarci prendere da derive pseudoscientifiche, proprio l’ultima domanda sembra condurci sulla buona strada per comprendere cosa potrebbe essere accaduto. In effetti è lo stesso Steve Squyres, leader del team di scienziati che studiano i dati raccolti dalle missioni MER, a formulare delle ipotesi convincenti:

  • la roccia è stata spostata e rivoltata da una delle ruote di Opportunity mentre il rover ci passava sopra. Dopo aver fotografato una prima volta l’area incriminata, il rover si è allontanato di un paio di metri per riprendere altre zone, e proprio nel corso della manovra in qualche modo la pietra potrebbe essere stata scalzata dal terreno;
  • la roccia è letteralmente piovuta dal cielo: se un meteorite avesse colpito la superficie marziana in un punto relativamente vicino ad Opportunity, la “ciambella” potrebbe essere uno dei frammenti sparati via dalla forza dell’impatto
L'interno della roccia "Jelly Donut" ripreso dallo strumento Micro Imager di Opportunity. - Credit NASA/JPL

L’interno della roccia “Jelly Donut” ripreso dallo strumento Micro Imager di Opportunity. – Credit NASA/JPL

Squyres ritiene che la prima ipotesi, decisamente la più semplice, sia anche la più probabile.

Ma i geologi interplanetari non si sono limitati ad analisi cinematiche. Opportunity ha iniziato ad esaminare la composizione di “Jelly Donut” (come è stata ribattezzata la roccia) ed i primi risultati, ancora parziali ed in fase di valutazione, sono una sorpresa nella sorpresa:

  • Alto contenuto di zolfo
  • Alto contenuto di magnesio
  • Manganese in concentrazione doppia di quanto sia mai stato osservato in precedenza

Squyres ha dichiarato: “Marte continua a riservarci delle sorprese… Siamo completamente confusi, e quindi ci stiamo divertendo moltissimo. Tutti i componenti del team ne stanno discutendo animatamente. È un pò come essere tornati a Eagle Crater (il pundo di partenza di Opportunity, ndr) ed è proprio questo il bello di questa missione. Per un certo periodo ho creduto che un bel giorno, a prescindere da quanto a lungo i rover sarebbero stati operativi, ci saremmo seduti, avremmo incrociato le braccia e avremmo detto congratulandoci con noi stessi: «È fatta, abbiamo finito, abbiamo capito tutto quello che c’era da capire, con questo veicolo in questo particolare posto». Ma non è stato così: Marte continua a riservarci sorprese. E ho anche capito una cosa, una cosa che ho realizzato quando abbiamo perso Spirit qualche anno fa e che sarà vera anche quando anche Opportunity si fermerà, non importa se tra un anno o tra dieci anni: ci sarà sempre qualcosa di allettante, di affascinante da scoprire che sarà appena fuori dalla nostra portata. Questa è la natura stessa della scoperta.”

In questa immagine potete vedere la ricolorazione effettuata da Stuart Atkinson del blog “Road to Endeavour“, che ci mostra “Jelly Donut” da un altro punto di vista rispetto alle immagini rilasciate alla stampa in un primo momento.

Ricolorazione della roccia "Jelly Donut" da parte di Stuart Atkinson (https://twitter.com/mars_stu) - (C) Stuart Atkinson / http://roadtoendeavour.wordpress.com/

Ricolorazione della roccia “Jelly Donut” da parte di Stuart Atkinson (https://twitter.com/mars_stu) – (C) Stuart Atkinson / http://roadtoendeavour.wordpress.com/

Chiunque può cimentarsi a creare le proprie immagini a colori, partendo dai 3 scatti che Opportunity raccoglie per ogni inquadratura. Gli archivi delle immagini raccolte da Spirit e Opportunity sono pubblici e accessibili a chiunque dallo specifico sito web della missione, e vi sono community di appassionati attivissime su questo fronte.

Potete ascoltare l’intervento di Steve Squyres in questo video (già impostato al momento esatto), tratto dall’evento di celebrazione dei 10 anni di operazioni marziane di Opportunity, che contiene peraltro moltissimi altri momenti affascinanti e, per certi versi commoventi.

Opportunity, che ha appena superato il  decimo anniversario dall’arrivo su Marte, continua ad esplorare il Murray Ridge, un tratto del bordo del cratere Endeavor, dal diametro di 22 km.

Crediti per l’immagine in evidenza: Mars Exploration Rover MissionCornellJPLNASA

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Marco Zambianchi

Spacecraft Operations Engineer per EPS-SG presso EUMETSAT, ha fatto parte in precedenza dei Flight Control Team di INTEGRAL, XMM/Newton e Gaia. È fondatore di ForumAstronautico.it e co-fondatore di AstronautiCAST. Conferenziere di astronautica al Planetario di Lecco fino al 2012, scrive ora su AstronautiNEWS ed è co-fondatore e consigliere dell'associazione ISAA.