I sistemi di Orion sono stati accesi per la prima volta

Tecnici lavorano all'interno del modulo abitabile di Orion in costruzione al Kennedy Space Center per preparalo alla prima accensione. Image Credit:Lockheed Martin
Tecnici lavorano all'interno del modulo abitabile di Orion in costruzione al Kennedy Space Center per preparalo alla prima accensione. Image Credit:Lockheed Martin

La prima astronave per lo spazio profondo di sempre di NASA, Orion, è stata accesa per la prima volta, raggiungendo uno degli obiettivi dell’anno finale di preparazione al volo.

Alla fine dello scorso ottobre la strumentazione avionica di Orion è stata installata nel modulo riservato all’equipaggio ed è stata accesa per una serie di test sui sistemi presso il centro NASA Kennedy Space Center in Florida. I dati preliminari indicano che sia il computer di gestione del veicolo che il suo innovativo sistema di distribuzione della potenza e dei dati (realizzato con tecniche allo stato dell’arte in fatto di networking) si comportano come previsto.

Tutti questi sistemi avionici di Orion saranno oggetto di test durante la sua prima missione, la Exploration Flight Test-1 (EFT-1), con lancio previsto per l’autunno del prossimo anno.

“Orion porterà degli uomini più lontano di quanto abbiamo mai fatto sino ad ora e in circa un anno ci apprestiamo a lanciare il veicolo di test nello spazio,” ha detto Dan Dumbacher, vice amministratore associato di NASA per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione. “Il lavoro che stiamo facendo adesso, l’evento a cui stiamo lavorando, ci porterà al nostro primo viaggio verso un asteroide ed eventualmente verso Marte. Nessun altro veicolo attualmente in costruzione può fare questo, ma Orion si, e la missione EFT-1 è il primo passo.”

Orion fornisce agli Stati Uniti un intero nuovo ventaglio di capacità di esplorazione spaziale: un sistema flessibile che può lanciare missioni con equipaggio e cargo, estendere la presenza umana oltre l’orbita bassa terrestre (LEO) e fornire la possibilità di nuove missioni di esplorazione attraverso il nostro sistema solare.

Visualizzazione artistica del lancio di EFT-1 mediante un Delta IV Heavy

Visualizzazione artistica del lancio di EFT-1 mediante un Delta IV Heavy

EFT-1 è una missione di 2 orbite della durata di 4 ore che spedirà Orion, non abitata, a più di 5.800 km (3.600 miglia) dalla superficie della Terra,15 volte più lontana della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Durante il test Orion ritornerà verso la Terra ad una velocità di circa 32.200 km/h (20.000 miglia orarie), più veloce di qualsiasi altro attuale veicolo adibito al trasporto di astronauti, cosa che le farà subire una temperatura di circa 2.200 gradi (4,000 gradi Fahrenheit). I dati raccolti durante il volo aiuteranno nelle decisioni progettuali, valideranno gli attuali modelli computerizzati e indirizzeranno nuovi approcci nello sviluppo dei sistemi spaziali. Le informazioni derivanti da questo test aiuteranno anche a ridurre i rischi ed i costi dei successivi voli di Orion.

“Questo sarà un viaggio eccitante, ma stiamo iniziando con il piede giusto,” ha detto Mark Geyer, program manager di Orion. “Qui è dove iniziamo a vedere il traguardo. Il nostro team sparso su tutta la nazione ha lavorato sodo per costruire il materiale che va installato in Orion, e ora il veicolo e tutti i nostri piani stanno prendendo vita.”

Per tutto lo scorso anno, i componenti progettati appositamente sono arrivati al KSC per l’installazione nell’astronave, più di 66.000 parti. La parte di modulo abitata è già stata sottoposta a test per assicurare che sopporti le condizioni ambientali estreme dello spazio. La preparazione continua con il modulo di servizio e il sistema di salvataggio al lancio che saranno integrati il prossimo anno con il modulo equipaggio di Orion per il volo di test.

La capsula Orion completa sarà installata in un vettore Delta IV Heavy per la missione EFT-1. La NASA sta anche sviluppando un nuovo vettore, lo Space Launch System (SLS), con cui far volare le successive missioni nello spazio profondo, ad iniziare con la Exploration Mission 1 (EM-1) programmata per il 2017.

Fonte: NASA

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Rudy Bidoggia

Appassionato di spazio e di tutto ciò che è scienza dalla tenera età, scrive dal 2012 per AstronautiNews. Lavora come tecnico informatico presso un'azienda metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia.