PLANCK verso la fine della sua missione

Il satellite Planck ha portato a termine una missione particolarmente fruttuosa, mappando la radiazione cosmica di fondo con una precisione mai raggiunta prima. Il suo strumento ad alta frequenza, prima di esaurire la scorta di elio liquido di raffreddamento nel gennaio 2012, aveva spazzato l’intero cielo 5 volte, con l’aiuto dell’altro apparato gemello a bassa frequenza. Quest’ultimo è stato in grado di operare sino al 3 ottobre scorso, aggiungendo ulteriori 3 scansioni della volta celeste. Gli strumenti scientifici della sonda sono stati disattivati il 19 ottobre, ed ora ESA si appresta a compiere tutti quei passi necessari per portare il veicolo, reso inerte, in una orbita che non rappresenti un pericolo per la navigazione spaziale.
Per fare ciò, il 9 ottobre i responsabili della missione hanno compiuto una manovra particolarmente complicata (durata due giorni) con la quale hanno fatto lasciare a Planck il  punto L2  (ove si trovava), immettendola in una traiettoria libera di allontanamento dal sistema Terra-Luna. Il successivo 21 ottobre i motori sono stati accesi per l’ultima volta, per consumare l’intera scorta di combustibile rimasta. Il software di bordo è già stato riprogrammato per non tentare il ripristino automatico delle trasmittenti, e successivamente sono state scollegate le batterie e disattivati i sistemi di sicurezza. L’ultimo passo è lo spegnimento effettivo delle radio di Planck, cosa molto importante per evitare di “inquinare” lo spazio con trasmissioni indesiderate che potrebbero interferire con future missioni. Si prevede di lanciare il comando finale nel corso di una breve cerimonia, ed il compito è stato assegnato a Jan Tauber, scienziato ESA a capo del progetto, che ha dedicato a Planck più di quindici anni della sua vita.
Paolo Ferri, capo delle Operazioni di Missione dell’ESOC, ha ben riassunto i sentimenti del personale che ha controllato Planck sino ad oggi: “All’ESOC il nostro compito è di mantenere le missioni in vita e produttive, per cui inviare un comando di “shut down” è molto difficile. Sebbene la fine di questa missione fosse ampiamente prevista sin dai tempi dell’esaurimento dell’elio refrigerante, pareva appropriato che fosse un collega del team scientifico a mandare il comando finale che metterà in silenzio la sonda Planck per sempre”

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017