Il motore J-2X non servirà per almeno altri 10 anni

Il prossimo anno dovrebbe vedere la fine dello sviluppo del potente motore J-2X, considerato essenziale per portare l’uomo su Marte. Purtroppo, al momento attuale una missione americana con equipaggio verso il pianeta rosso non è prevista prima della metà degli anni ’20, nella migliore delle ipotesi. Ed allora, secondo la rivista specializzata Aviation Week, il progetto da 1,2 miliardi di dollari potrebbe essere congelato (“messo in naftalina”, come si dice oltre oceano) sino a quando non verrà richiesto.

NASA sta attivamente cercando nuove missioni esplorative (e militari) per il sistema SLS, ma la realtà dei fatti è che le missioni con equipaggio al momento ipotizzate possono essere svolte usando uno stadio superiore propulso dal motore RL-10, invece che dal J-2X, che risulta, per assurdo, sovradimensionato, con i suoi 113mila chilogrammi di spinta ottenuta dal ciclo a generatore di gas. Le specifiche di SLS approvate a suo tempo dal Congresso USA prevedevano un potenziale di 130 tonnellate in LEO, ma le missioni lunari, che molti vedono come propedeutiche al salto verso Marte, potrebbero richiedere non più di 105 tonnellate in LEO come capacità del vettore.

Un modo per ottenere queste prestazioni potrebbe essere il cosiddetto “stadio superiore a doppio uso”, con 3 o 4 motori RL-10. Essi verrebbero impiegati tutti contemporaneamente per portare il carico (Orion/habitat spaziale/Lander…) in orbita bassa terrestre, e poi un numero minore di essi verrebbe usato per l’iniezione trans-lunare. Questo approccio potrebbe risultare di più rapido ed economico sviluppo rispetto allo stadio superiore originale di SLS con il motore J-2X, più uno stadio a propulsione criogenica per raggiungere l’orbita lunare.

Il J-2X fu concepito durante l’amministrazione Bush nell’ambito del programma Constellation: il vettore Ares I avrebbe dovuto essere composto da un primo stadio a propellente solido derivato dal programma shuttle, e da un secondo stadio propulso dal motore J-2X basato sull’eredità del razzo Saturno degli anni sessanta. Nonostante l’esperienza del Saturno, il J-2X fu considerato, all’epoca, l’elemento più complesso da realizzare di tutto l’Ares I.
Ora che il suo sviluppo è pressoché completo, il J-2X resterà pazientemente in attesa che NASA trovi i fondi (ed una missione) che ne giustifichino l’integrazione nello stadio superiore di SLS insieme allo stadio criogenico CPS.

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Paolo Actis

Paolo ha collaborato con AstronautiNEWS dal maggio 2008 al dicembre 2017