L-440: Quando il tuo sonno diventa ricerca scientifica

Cady Coleman nel suo alloggio sulla ISS. Fonte: NASA
Cady Coleman nel suo alloggio sulla ISS. Fonte: NASA

Dal Diario di bordo di Samantha Cristoforetti:

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 17 settembre 2013—Oggi ho avuto l’opportunità di contribuire al processo di sviluppo di un esperimento che eseguirò sulla ISS durante la mia missione.

Molti astronauti riferiscono di non dormire sulla ISS così bene come a terra. La maggior parte tendono a dormire un po’ meno che sulla Terra e si sentono leggermente meno riposati.

L’esperimento in questione mira a studiare l’attività del cuore durante il sonno. Grazie a una serie di sensori incorporati in un una T-shirt molto aderente, un elettrocardiogramma può essere registrato mentre l’astronauta dorme. Inoltre, un accelerometro a 3 assi posizionato sullo sterno è in grado di raccogliere dati che possono fare luce sulla meccanica cardiaca in microgravità. Mentre stavo provando la T-shirt oggi, il Primary Investigator (responsabile scientifico) ha potuto mostrarmi con l’accelerometro le tracce dell’apertura e chisura delle differenti valvole del mio cuore. Forte eh?

Indagare questi fenomeni su persone sane in ambienti unici (come la microgravità) può dare agli scienziati indizi per aiutare persone malate sulla Terra. Per esempio, l’esistenza degli stessi micro-risvegli che questo esperimento mira a osservare negli astronauti (attraverso la variazione del loro ritmo cardiaco) è stata tentativamente dimostrata nelle persone narcolettiche. Ho imparato molto oggi!

Nella foto, la mia cara amica Cady Coleman sbircia fuori dal suo alloggio sulla ISS!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS. Leggi il Diario di bordo di Samantha Cristoforetti e l’introduzione.

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Samantha Cristoforetti

Ingegnere ed ex ufficiale dell'Aeronautica Militare, dal 2009 è un’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ha volato nello spazio per 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 per la missione Futura, svoltasi a cavallo tra Expedition 42 ed Expedition 43.