I primi due mesi di Curiosity su Marte

Il rover Curiosity attualmente sulla superficie di Marte (Credit: NASA)

Il rover della NASA Curiosity, anche conosciuto come Mars Science Laboratory, è ormai al sol 71 della sua missione sulla superficie del pianeta rosso. Con il termine “sol” si intende il giorno marziano, di poco superiore a quello terrestre, per cui il nostro emissario robotico su Marte ha da poco passato il traguardo dei due mesi di missione.

Curiosity è atterrato lo scorso 6 agosto dopo una manovra complicata e rischiosa, conosciuta come i “7 minuti di terrore”. Il sistema innovativo di atterraggio, denominato “sky crane” (letteralmente, gru volante) ha funzionato perfettamente e poco dopo l’atterraggio sono cominciate ad arrivare meravigliose immagini e video. Dopo qualche giorno passato a verificare la funzionalità dei suoi strumenti ha finalmente cominciato a muovere i primi metri sulla superficie alla fine di agosto e, dopo aver percorso un centinaio di metri è cominciata una fase di “commissioning” degli strumenti, cioè di verifica e calibrazione degli strumenti scientifici nonché del braccio robotico.

Nel frattempo il team di scienziati ed ingegneri che si occupa della missione di MSL ha identificato il primo sito di studio che il rover dovrà raggiungere. Si tratta di una zona distante circa 400 metri dal punto di atterraggio in cui si intersecano tre tipi di terreno diverso. Sul sito, ribattezzato “Glenelg”, Curiosity preleverà campioni di roccia da analizzare con i propri strumenti.

Il braccio robotico di Curiosity al lavoro sulla roccia “Jake Matijevic”, il primo obiettivo scientifico. (c) NASA/JPL-Caltech

Completati i test sul braccio robotico nel sol 38 (13 settembre) il rover ha ricominciato il cammino verso Glenelg. Più o meno a metà strada, il team di MSL ha notato una roccia piuttosto inusuale non lontana dal rover. La roccia, della grandezza più o meno di un pallone da calcio, è stata ribattezzata “Jake Matijevic” in onore dell’ingegnere NASA recentemente scomparso che ha contribuito a diverse missioni marziane, tra cui anche MSL. Tra il sol 46 e il sol 48 (22-24 settembre) Curiosity ha utilizzato l’Alpha X-Ray Particle Spectrometer (AXPS) e la telecamera MAHLI (Mars Hand Lens Imager), posti all’estremità del braccio robotico, per analizzare la composizione della roccia. Successivamente è stata anche utilizzata la ChemCam, che usa un raggio laser in combinazione con una fotocamera. L’analisi dei dati compiuta nei giorni successivi ha permesso di verificare la natura inusuale della roccia, di una tipologia mai osservata prima da una missione marziana.

Dopo aver ripreso il cammino nel sol 48, le sorprese non sono finite. L’analisi delle foto del terreno su cui si stava muovendo il rover hanno infatti permesso agli scienziati di stabilire che MSL si stava muovendo sul letto di un antico corso d’acqua marziano. Un’altra roccia, nominata “Bathurst Inlet”, è stata oggetto di studio della coppia AXPS/MAHLI  e ChemCam nei sol  54 e 55.

Letti fluviali a confronto: su Marte a sinistra, sulla Terra a destra. (c) NASA/JPL-Caltech/MSSS e PSI

Ripartito da Bathurst Inlet, il rover si è poi diretto verso il sito chiamato “Rocknest”, dove al momento si trova per compiere i test sulla paletta in dotazione a Curiosity. La paletta (o “scoop” in inglese) fa parte del sistema di campionamento ed analisi CHIMRA (Collection and Handling for In-Situ Martian Rock Analysis), di cui fa parte anche la piccola trivella che verrà utilizzata a Glenelg. Il primo test è avvenuto nel sol 61 (7 ottobre), quando il primo campione di terreno è stato prelevato con la paletta e sottoposto a vibrazioni per valutare la funzionalità del sistema e pulirlo da eventuali residui. Subito dopo il test, dalle foto provienienti dal sito è stato notato un piccolo oggetto brillante sul terreno nei pressi del rover. Dalle prime analisi sembrerebbe un piccolo pezzo di plastica, probabilmente caduto a terra durante le prove di vibrazione e appartenente al rover stesso o al sistema di atterraggio. In questi giorni si stanno svolgendo altri test al sistema di campionamento e verrà provato anche il sistema di analisi. Nelle prossime settimana il rover riprenderà il cammino verso Glenelg.

La prima “palettata” di Curiosity. (c) NASA/JPL-Caltech/MSSS

In totale, Curiosity ha percorso 480 metri dal suo arrivo, 71 sol fa. Oltre ai magnifici risultati scientifici – e siamo solo all’inizio – Curiosity si è occupato anche di attività più “mondane”, come l’effettuare il primo “check-in” su Foursquare da un altro pianeta, o osservare ripetuti passaggi delle due lune Phobos e Deimos di fronte al Sole. La missione nominale di MSL durerà due anni terrestri. Potete seguire ogni giorno gli aggiornamenti su questa missione sulla discussione live del forum.

 

 

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Matteo Carpentieri

Appassionato di astronomia e spazio, laureato in una più terrestre Ingegneria Ambientale. Lavora come lecturer (ricercatore) all'Università del Surrey, in Inghilterra. Scrive su AstronautiNews.it dal 2011.